In una organizzazione aziendale e in quasi tutte le organizzazioni finalizzate al profitto molte cose vengono date per scontate. La più importante è che le persone sono al servizio dell’organizzazione, sono subordinate ad essa. Questa idea è così normale e accettata da essere palese, affermata senza riserve, nel momento in cui firmi un contratto di lavoro definito subordinato. Per il momento mi “limiterei” ad approfondire questa idea e le sue conseguenze poiché è un aspetto già molto radicale e necessita di un’ampia visione d’insieme, che ti porti oltre gli stereotipi culturali diffusi, per essere compresa a fondo. In quest’analisi non c’è giudizio. Ci sono persone che sono a proprio agio in un contesto di subordinazione poiché tra i loro bisogni principali c’è quello che sia qualcun altro o qualcos’altro, l’organizzazione in sé, a definire ciò che è giusto e sbagliato per loro e a dettare i ritmi e le linee guida. È una condizione di cui solitamente ci si lamenta quando la si ha e si lotta per averla quando non la si ha. Del resto l’idea stessa di libertà e autodeterminazione è dinamica e diventa più ampia col passare del tempo, in assenza di fenomeni ostacolanti, attraverso la presa di coscienza delle proprie potenzialità.
Tornando all’idea, generalmente data per scontata, che le persone siano al servizio dell’organizzazione, vediamo la prima implicazione: l’organizzazione è più importante di te, quindi i tuoi bisogni vengono messi in secondo piano. Continua a leggere Iniziare ad immaginare un’organizzazione che sia a sostegno dell’essere umano