Quando organizzo o sono a lezione in corsi di formazione professionale mi rendo conto che la riuscita ed il valore che il corso ha per i partecipanti è dovuto in gran parte al loro atteggiamento. Alcuni di loro imparano rapidamente, sono curiosi e disponibili a mettersi in discussione. Altri sono poco concentrati, sfiduciati al punto da pensare che a loro non possa accadere nulla di buono. I primi solitamente ottengono i risultati migliori e riescono a trovare lavoro entro poche settimane, mettendo a frutto il periodo di stage. Un ambiente motivante aiuta, avere colleghi attivi stimola anche te a trarre il massimo da un’esperienza formativa, ma la differenza la fa il singolo partecipante per se stesso.
Mi sono sempre chiesto cosa permettesse ad alcuni di emergere e vivere la vita che desideravano, cosa li distinguesse dagli altri che non ci riuscivano. Le risposte che trovavo tra la gente erano sempre le solite, è raccomandato, è di buona famiglia, è fortunato, ha sposato una persona ricca. Ma queste spiegazioni non mi bastavano, perché trovavo persone che conducevano la vita che volevano e non erano raccomandate, erano nate in una famiglia povera o nella media, avevano affrontato grandi ostacoli e guai e questo non li faceva rientrare nella categoria di chi è particolarmente fortunato, e non avevano sposato una persona ricca. Ci doveva essere qualcos’altro a fare la differenza. Ho quindi preso la decisione di frequentare corsi di psicologia, programmazione neurolinguistica, psicologia motivazionale, gruppi di meditazione e a leggere decine e decine di libri sull’argomento alla ricerca delle mie risposte.
In questo percorso ho compreso una cosa fondamentale: ognuno costruisce da sé la propria realtà personale. È un concetto molto distante dal nostro modo di pensare abituale che ci porta invece a vivere basandoci sul mondo esterno più che sul nostro mondo interno. Ci porta a volte a lasciar scorrere gli eventi rischiando di scivolare nella sfiducia e nel pessimismo.
Io stesso ho passato periodi della mia vita in cui il tempo scorreva e fuggiva via in attività utili solo a far sì che il tempo passasse. Come si può fare a sé stessi una cosa così terribile? Quanto valore stiamo dando alla nostra vita? Ci nascondiamo come animaletti spaventati dietro una TV, dietro un videogioco, dietro il cibo o il bere, dietro un caffè o una birra con i soliti amici a parlare di nulla o della vita di altri, ed il tempo scorre, un’altra giornata è passata, con il minimo di emozioni, il minimo indispensabile per mantenerci in vita. Tutto va bene per allontanarmi da me stesso, purché mi anestetizzi, purché mi deresponsabilizzi, sembra quasi, a volte, che la vita non ci appartenga, ma semplicemente aspettiamo che passi. Libri come questo, seminari, corsi, persone che avevano conosciuto meglio se stessi, e una costante spinta interiore a migliorare e a cercare risposte mi hanno portato a sviluppare una consapevolezza diversa sul mondo, sulla vita, sulle capacità delle persone di poter realizzare se stesse pienamente giorno dopo giorno. Parte di ciò che ho appreso e sperimentato è in queste righe.
Per alcuni di voi questo blog (o il libro Passione al Lavoro – Wip edizioni – da cui è tratto questo post) rappresenterà il primo passo verso una carriera professionale stimolante, per altri può rappresentare l’elemento mancante che li porterà a decollare in poco tempo, questo dipende da dove siete voi ora, da quale percorso avete intrapreso, da quanta strada avete fatto ed in quale direzione, se nella direzione di ciò che volete e vi dà gioia o nella direzione opposta. Ma in qualsiasi punto tu sia, ricordalo sempre, quale sia l’età e la tua condizione in questo momento sei sempre in tempo perfetto per intraprendere un percorso professionale pieno di gratificazioni, è solo questione di determinazione, perseveranza, fiducia, e il primo passo è DECIDERLO.