Per le cose del cuore non ci può essere una scuola, un istituzione tradizionale. Non può esserci per il semplice fatto che non esiste un metodo. Ci sono delle tecniche, ma non una procedura che garantisca un risultato. Nelle cose dello Spirito la singola persona è più che mai parte dell’equazione. Puoi insegnare a tutti a leggere e scrivere utilizzando lo stesso metodo. Non puoi insegnare a scoprire il proprio sé autentico attraverso un metodo. Ogni persona racchiude in sé il modo più consono a sé stessa, la domanda è sarà abbastanza motivata e determinata da scoprirlo e perseguirlo?
Poiché non può esistere una scuola nel senso tradizionale, allora non può esistere un compenso nel senso tradizionale. Il lavoro va certamente retribuito, ma un lavoro sottintende un risultato. Nel percorso nessuno può garantire risultati, solo la persona che segue il percorso può farlo. Ella però non può garantire sui tempi in cui quel risultato sarà raggiunto. Il mondo dello Spirito segue logiche molto diverse da quelle della mente.
Ci penserà la legge di equilibrio a distribuire compensi e (apparenti) penalizzazioni, nei modi e nelle forme più varie. In questo modo colui che trasmette può farlo liberamente, senza timore di perdere alcunchè. Allo stesso modo, colui che riceve, in base alle sue possibilità, non avrà mai timore che il messaggio venga trasmesso con il principale intento di trarne un utile personale. A questo punto puoi iniziare a comprendere l’idea di bene e di male. Quest’ultimo è radicato nell’Ego. Si manifesta attraverso l’idea di essere migliore o peggiore di qualcun altro. Questa idea di fondo nasce dall’inconsapevolezza di essere in comunione col tutto, e genera tutto il “male”. Un comportamento esteriore può nascondere sia il male, l’Ego, che il bene. Per questo è importante imparare a discernere. Per imparare questo si inizia con l’osservazione di sè e la contemplazione. Non c’è discernimento senza silenzio interiore. A volte ciò che esternamente appare bene è ingannevole e viceversa. Il pensiero, la mente, non hanno in sè la capacità di discernere, possono solamente analizzare e catalogare la realtà, non possono sentire la qualità della realtà. Quando il sentire guida il ragionamento allora è possibile discernere.
Solo per fare un esempio di come la nostra capacità di discernere sia poco sviluppata, quante volte ti è capitato di vedere un amico che viene abbindolato dal proprio partner? Lui non se ne rende conto, ma ad un occhio esterno, lucido, silenzioso poiché non coinvolto nella situazione, la cosa appare chiara. La persona interessata non se ne rende conto perché vorrebbe che non fosse così, si rifugia in una favola pur di non affrontare la Verità. Potremmo dire che compie un peccato verso se stessa, nessuno è vittima, siamo tutti copartecipi, complici, della nostra realtà. Solo la Verità rende liberi dalle illusioni della mente. Quando la Verità colpisce il tuo cuore puoi avviare il processo interiore di redenzione che porta ad un autentico cambiamento. Buona visione
ok :-)))) bellissimo!!
“Non puoi insegnare a scoprire il proprio sé autentico attraverso un metodo.” Vero, per esperienza (o per esperienze) personale posso, con estrema certezza, scrivere che non c’è alcun metodo. Il lavoro su di se non si apprende come a scuola. È necessario, infatti, una grande volontà unita all’esercizio della ragione (quella vera, “spogliata” della propria dimensione egoica). È necessario, quindi, prima rinunciare alle proprie sicurezze ed alle proprie certezze per poi dedicarsi alla ricerca della “verità”. “Quando la Verità colpisce il tuo cuore puoi avviare il processo interiore di redenzione che porta ad un autentico cambiamento.” Condivido anche questa: l’apprendimento cognitivo (la scuola tradizionale) offre risposte. Noi dobbiamo, invece, rifiutare le risposte e con esse tutti i dogmi. È la domanda che conta!