La trappola del pensiero positivo e della legge di attrazione: gli EGO

Premetto che anch’io sono cresciuto e mi sono formato, nell’ambito dello sviluppo personale e professionale, con il mantra del pensiero positivo, del volere è potere, degli obiettivi ben formati e simili. Poi è arrivata la legge di attrazione, che sembra confermare e rafforzare tutte le idee del pensiero positivo. I pensieri diventano cose, recita uno degli autori di The Secret. Bene, tutto questo in realtà, è corretto. La trappola è in ciò che non viene detto.

Ciò che non viene MAI sottolineato è che il percorso da seguire è saltare da un tipo di pensiero (associativo), in cui la mente prevalentemente produce le informazioni, ad un’altro tipo di pensiero (intuitivo), in cui la mente si limita a ricevere e tradurre le informazioni ricevute. Ciò che non viene detto è che non è un percorso mentale, la mente, da sola, non può attrarre e materializzare nulla. In realtà la mente non può decidere nulla, non può, ad esempio, decidere cosa attrarre, non può decidere di iniziare a pensare positivo. La mente, per quanto tu possa sforzarti, non può renderti felice, essa può solo essere d’aiuto nelle cose pratiche della vita quotidiana. La mente non ha nulla a che fare con la bontà, con la forza d’animo, con il coraggio, con l’amore, con la dedizione, con la fiducia, con l’intuizione, con la pace, non ha nulla a che fare con tutto ciò e con molte altre qualità interiori. Il pensiero positivo è una trappola, semplicemente perché

il pensiero stesso, in quanto arbitrario produttore di informazioni, è una trappola. Questo puoi verificarlo facilmente se ti fermi ad osservare che non riesci a fermare il pensiero. L’idea di programmare la mente è un’altra illusione, non crea consapevolezza, solo altri meccanismi automatici. La mente va ripulita, non programmata.

fino a quando i pensieri non possono essere fermati significa che sono fuori dal tuo controllo, in questo senso il pensiero non può MAI essere positivo. Non può neanche mai essere negativo, segue semplicemente le indicazioni dell’EGO e di ciò che è inconscio. Nel seguire queste indicazioni, alcuni pensieri ti fanno saltare per l’eccitazione, altri invece possono portarti alla disperazione, non c’è distinzione tra questi due pensieri, nascono entrambi da esigenze egoiche. Quindi distinguere tra pensiero positivo e negativo non ha nessuna utilità, fa solo in modo di far sentire in difetto chi non appare sempre entusiasta e “positivo” giorno dopo giorno. Molti quindi, soprattutto tra gli addetti ai lavori, si stampano un bel sorriso e si buttano nella mischia convinti di star applicando i principi di questo fantomatico pensiero positivo, spesso è solo una farsa.

Ciò che è utile è distinguere tra pensiero associativo e pensiero intuitivo. Il pensiero associativo, positivo o negativo che sia, nasce nella testa. Un pensiero viene pensato, spesso ci viene in mente, quindi in realtà lo subiamo e scatena piccole o grandi emozioni. Ad esempio inizio a fantasticare sull’uomo o sulla donna che ho incontrato il giorno prima e questo mi da emozioni positive. Le emozioni, tutte le emozioni nascono dal pensiero associativo, quindi sono altrettanto inaffidabili. Molte persone mi dicono: quando ho seguito il cuore mi sono sempre ritrovato nei guai. In realtà non hanno mai seguito il cuore, hanno seguito le emozioni derivanti dal pensiero associativo, da fantasie mentali. E’ bello fantasticare: ci permette di volgere lo sguardo lontano dalla realtà, dal dolore, dalle nostre ferite interiori. Qualsiasi cosa tu possa attrarre partendo dal pensiero associativo non ti renderà mai felice, ti lascerà solo un’eccitazione temporanea.

Il pensiero intuitivo, invece non nasce nella testa ma nel cuore, non porta emozioni ma sensazioni e sentimenti. Lo vediamo nel prossimo articolo. Articolo tratto liberamente dal libro: ciò che sei non E’
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16 commenti su “La trappola del pensiero positivo e della legge di attrazione: gli EGO”

  1. Buongiorno Dott.D’Elia,

    articolo interessante il suo!! Secondo me comunque il punto è un altro!!

    E precisamente è il seguente:

    “Un pessimista vede difficoltà in ogni opportunità, un ottimista vede opportunità in ogni difficoltà” by Winston Churchill

    E come mai la maggior parte della gente non possiede un ottimismo autentico?

    Di seguito il motivo principale:

    “The intuitive mind is a sacred gift and the rational mind is a faithful servant. We have created a society that honors the servant and has forgotten the gift.” by Albert Einstein

    E per sviluppare il proprio intuito ci vuole una sana creatività che invece la società attuale non favorisce affatto sia in termini di contenuti educativi sia in termini di percorsi professionali che vanno per la maggiore.

    A proposito di creatività, di seguito, una delle migliori definizioni.

    For Jobs creativity was about knowing what you want, applying intuition, and keeping it simple….

    http://www.forbes.com/sites/avidan/2011/10/31/the-3-things-that-steve-jobs-taught-us-about-creative-leadership/

    Cordiali saluti.

    Fab

    1. Ciao Fabrizio, condivido ciò che dici.
      La citazione di Einstein è nell’immagine introduttiva l’articolo del workshop sul pensiero intuitivo. Ciò che viene spesso frainteso sul pensiero intuitivo e sulla creatività è l’idea che queste capacità siano appannaggio dell’emisfero destro del cervello.
      Dalle mie esperienze e ricerche con i gruppi di lavoro la mente analogica è lo strumento di contatto con le nostre parti animiche. Queste ultime cercano di emergere, di guidarci e di farci assaporare la vita. Inviano segnali che vengono tradotti dal cervello come pensiero intuitivo. La mente logica però ha perso la funzione di “servo”, di interprete dei segnali animici e si è arrogata il ruolo di padrone, pretendendo di dirci come vivere la nostra vita.
      Questa mente ha fatto suoi i valori competitivi e autoreferenziali tipici del nostro sistema occidentale e ci manipola attraverso paure e speranze, utilizza l’illusione della dualità per tenerci separati dal nostro sè autentico poiché sempre impegnati nell’evitare il dolore e il cercate il piacere attraverso il raggiungimento di obiettivi per lo più illusori. Ad ogni obiettivo raggiunto la mente cerca subito di fissarne degli altri finendo per darci vivere in continua tensione verso qualcosa che spesso è diatante dalla noatra autentica realizzazione e felicità. Un abbraccio, AD

  2. Buongiorno Dott. D’Elia,

    interassantissima la sua analisi e le sue conclusioni!!

    Aggiungerei anche che per un autentica realizzazione, un tool molto utile potrebbe essere l’individuazione delle proprie intelligenze dominanti e una volta fatto questo passo verso una maggiore consapevolezza dei propri talenti naturali, ci sarà maggiore chiarezza e quindi più possibilità di utilizzare in modo proattivo la propria creatività per individuare possibili attività lavorative che si rifanno alle intelligenze dominanti sopramenzionate!!

    Di seguito un testo molto utile in questo senso:

    http://www.amazon.com/Frames-Mind-Theory-Multiple-Intelligences/dp/0465024335

    Cordiali saluti.

    Fab

    PS una sintesi brevissima:

    http://www.lifehack.org/articles/communication/whats-your-intelligence-type.html

  3. Che intendi per “impegnati nell’ evitare il dolore “? Mi sembra ovvio…a meno che non si è dei masochisti. Che significa che se vedo la mia casa andare a fuoco non devo cercare di scappare , perchè devo “gioire” del dolore che provocheranno le fiamme sul mio corpo?

    1. Ciao Manu, grazie per la tua domanda, probabilmente per esigenza di sintesi questo concetto non è stato approfondito.
      Certamente non ci buttiamo nel fuoco, nel mondo esterno. La tendenza ad evitare il dolore, in questi casi, può salvarci la vita. In altri, però, ce la complica, vediamo come, facciamo un esempio.
      Ricordo che quando ero piccolo capitava, nel giocare con gli altri bambini, di ferirsi, anche solo cadendo dalla bicicletta. Avevo il ginocchio ferito e la prima cosa che faceva mio nonno era di lavare la ferita per “ripulirla”. Questa operazione era dolorosa per me, l’avrei evitata volentieri, eppure era utile. Fosse per me non avrei nemmeno sfiorato la ferita e, nella mia incoscienza di bambino, se avessi avuto un sistema per semplicemente smettere di sentire quel dolore l’avrei utilizzato subito. In questo modo, però, la ferita sarebbe rimasta lì, con il rischio di infettarsi. Nonostante il dolore che questa operazione possa provocare, fino a che non ripulisci una ferita questa rimane lì, agisce anche se, anestetizzandosi, non ne senti più il dolore. Le nostre ferite interiori funzionano allo stesso modo.
      La ricerca ossessiva del “positivo” e del piacere rischia di portarci ad evitare continuamente di affrontare quella ferita, di vederla chiaramente e ripulirla per poi permetterle di guarire. Nella ricerca interiore entreremo in contatto con il meglio di noi stessi e con il peggio di noi stessi, vedere la prima realtà e scartare la seconda non aiuta molto. Così come l’eroe non scappa di fronte al drago, ma lo affronta per salvare la principessa di turno (la propria Anima), così noi, nel nostro percorso di crescita, non possiamo evitare i nostri demoni. In questo senso il pensiero positivo preso alla lettera può rappresentare una trappola. Nello sforzo di applicarlo nella propria vita si rischia di stamparsi un sorriso sotto il quale seppellire le nostre ferite emozionali, senza guarire le quali non è possibile scendere fino in fondo nelle nostre profondità ed incontrare la principessa o il principe (le nostre parti animiche, il nostro vero sé) con cui vivere per sempre “felici e contenti”.

  4. Grazie. Ora mi è molto più chiaro il concetto…e qual è il metodo migliore per scendere nelle nostre profondità? Da dove si parte?

    1. Ciao Manuela, in realtà non c’è una tecnica specifica che vada bene per tutti. Puoi utilizzare la preghiera, la meditazione, le visualizzazioni guidate, la danza, il Tai-Chi o qualsiasi altra cosa che ti faccia sentire in armonia col tutto. L’unica regola generale secondo me è cercare degli spazi di silenzio interiore. Fermarsi a contemplare un elemento della natura o chiudere gli occhi per qualche minuto, e farlo tutti i giorni. Poi rivolgersi all’interno e cercare il proprio Spirito, rivolgersi a Lui per dubbi e domande, allenare la sensibilità a “sentirlo”. Poi giocare, prendere le cose come un gioco, vivere la vita come se dipingessi un quadro, Anima è la nostra parte creativa, bambina, giocosa. Spirito è il saggio, la nostra parte onnisciente. Entrambe le parti sono magiche, sono in contatto col divino, e sono dentro di noi. La mente è nata per essere il servo (come giustamente sottolineava anche Einstein), per recepire gli input delle parti animiche attraverso il pensiero intuitivo, ricordarsi semplicemente di questo, a lungo andare, può muovere grandi forze al nostro interno!
      Inoltre puoi sempre partecipare ad uno dei nostri workshop: il pensiero intuitivo in azione! 😉

  5. Molto interessante questo articolo solo che non la penso in questo modo.
    Vorrei ricordare che è l’Amore la fonte e il demiurgo di ogni cosa,come l’assenza di Amore(paura)lo è allo stesso tempo.
    Perciò il pensiero associativo che crea una sufficiente convinzione crea la nostra realtà,ed io sperimento questa cosa ogni giorno se scelgo di provare felicità (chiaramente con umiltà senza manie di potere)un giorno,miracolosamente va tutto bene in ogni cosa oppure si aggiusta una situazione difficile.
    Voglio dire che se una persona pensa ad un evento che lo renderebbe più soddisfatto di Sè,e sicuramente questo aiuta ognuno di noi nel percorso spirituale verso la vera pace interiore,associando a questo delle forti emozioni di Amore e gioia senza crearsi aspettative sul come e sul quando cambierà quell’ambito della sua vita che in quel preciso momento reprime e non esprime.Io la penso così non per ricerche chiarisco ma per esperienza. 🙂

    1. Ciao Francesco. Applicato in quel modo va bene. Non ci sono aspettative. Il focus è sui sentimenti, sul cuore (sei un donatore), non sulle emozioni, su euforia ed eccitazione per qualcosa che desideriamo e pensiamo di poter ottenere con questa tecnica (sei un prenditore). Un abbraccio

  6. Il Film The Secret x certi versi è affascinante, sognatore, ingenuo e infantile. Sembra che chiunque debba limitarsi semplicemente a visualizzare cio che desidera veramente e basta. Altro che formula magica !
    Alla visualizzazione deve seguire la programmazione, l’azione soprattutto. Il mio libro preferito sul tema è ” Pensa e Arricchisci te Stesso” di Napoleon Hill. L’Autore lascia intendere questo meccanismo di chimica mentale ma di certo non la spiega come 1 formula magica x tutte le occasioni. Nel film The Secret sembra + la vittoria della lotteria.

  7. Grazie mille, condivido appieno quanto scritto: ottimo articolo. E la tecnica che mi ha permesso di “pulire” la ferita di modo che poi si cicatrizzi è stata la Metamedicina, che tutt’ora uso essendo molto efficace, oserei dire quasi miracolosa. Buon tutto.

  8. GIUSEPPE non devi programmare nulla. Al massimo deprogrammare e destrutturare. La mente è al servizio di qualcosa di più “alto” è al servizio di fini “superiori” quindi è semplicemente uno strumento esecutore. A programmarla ci hanno già pensato i “padroni” in tutti questi millenni.

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