Viviamo due vite, alcune volte si incontrano, molte altre no. In una delle due siamo soli, o perlomeno ci sentiamo così, e pensiamo di decidere tutto noi, generalmente sentiamo che dobbiamo cavarcela da soli. La possiamo chiamare la vita della mente di superficie. Ciò che facciamo in questa vita è cercare di metterci al sicuro, cerchiamo delle sicurezze. E’ così che nascono gli attaccamenti. Ci attacchiamo a ciò che ci da sicurezza (cose, persone, situazioni). Tutto, nella nostra prima vita, gira intorno a sicurezza e stabilità. La mente di superficie è in grado di provare solo paura e sottoprodotti della paura: da un lato ansia, angoscia, timore, dubbio, dall’altro eccitazione, euforia, allegria, e altri tipi di stordimenti spesso chiamati, a torto, gioia e amore (i sentimenti sono appannaggio della mente profonda, senza un contatto con essa si vivono semplici emozioni del momento – vedi articolo precedente sul pensiero positivo). Ciò che si può facilmente osservare è che la mente di superficie non riesce a trovare pace: in assenza di emozioni positive e negative si sente semplicemente annoiata e inizia a cercare nuovi stimoli emozionali.
Il denaro e il potere hanno tanto successo nella nostra società perché
Continua a leggere La vita procede mentre fai dei programmi (e a volte te li smonta)